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(Tratto dall’articolo di Andrea Piras – L’Unione Sarda del 21 agosto 2002)
Per lui quest’estate non era certo la strada del mare e delle vacanze, da percorrere con gioia per raggiungere spiagge e calette assolate, ma la strada che ogni giorno lo conduceva sul posto di lavoro. Il 20 agosto 2002, Mauro Atzori, 32 anni, dipendente dell’Hotel Chia Laguna, è morto dopo essere caduto con la sua moto sul tratto della provinciale che dalla Statale Sulcitana porta verso il mare. Un sorpasso fatale, poco prima di raggiungere l’incrocio, la caduta, l’impatto violentissimo sull’asfalto, i disperati tentativi di soccorrerlo. Mauro ha cessato di vivere poco dopo le tre del pomeriggio, mentre rientrava a Cagliari dopo una mattina di lavoro, a neppure cinque chilometri dal Grand Hotel affollato di turisti. Sul posto sono arrivati i vigili urbani e i carabinieri della stazione di Domus de Maria, una pattuglia della Guardia di finanza, poi l’ambulanza del 118. Quando i sanitari hanno raggiunto il punto dell’incidente si sono resi conto delle gravissime condizioni del giovane che, nonostante indossasse il casco, ha riportato lesioni interne fatali. E a nulla sono serviti i ripetuti sforzi da parte dei medici di salvargli la vita. Carabinieri e polizia municipale hanno sentito numerose persone che hanno assistito alla tragedia per cercare di ricostruire cosa sia accaduto sulla provinciale 71. Secondo le prime testimonianze dai militari, Mauro, dopo aver sorpassato un’auto, si stava spostando nuovamente sulla sua corsia quando si è trovato davanti la corriera dell’Arst. Anche il pullman – sempre secondo i racconti fatti agli uomini dell’Arma e agli agenti della Polizia municipale – aveva appena concluso un sorpasso di un ciclista. Tutto è avvenuto in pochi secondi. Lo scooter ha sbandato e Mauro è finito sull’asfalto sbattendo violentemente il torace. Mauro Atzori lavorava al Grand Hotel Chia Laguna dove, lo scorso gennaio, la nuova società di gestione gli aveva rinnovato il contratto.
Mauro ci ha lasciato così, dopo tanti anni trascorsi insieme, quotidianamente a progettare, a discutere, a giocare, a lavorare per le P.G.S., per i ragazzi, per la pallavolo. Preferiamo pensare che continui la sua attività lassù e che ci guidi insieme ai tanti cari che non ci sono più.